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l'universo parallelo di spillette.org
autoproduzione come scelta libertaria, o qualcosa di floreale
Categories: Generale

gaetano besci su grafica per spilla da due emmezzo

questo post trae spunto da un post di questa mattina pubblicato da
bucoquadrato
http://bucoquadrato.noblogs.org/post/2009/05/16/sbandato-e-felice ed
effettivamente grazie anche ai sogni fatti questa notte anch’io
riflettevo sugli stessi temi. non ho un lavoro vero, faccio spille di
2,5 e 3,8 cm e le spedisco in giro ma non basta quasi mai, anche se ho
poche spese. ieri sera uno di rifondazione mi ha riso in faccia quando
ho cercato di spiegargli la mia attività, stupito del fatto che potessi
mantenermi con dei simpatici gadget ancor prima che io gli spiegassi
che comunque faccio anche qualche raccolta, ciliegie, albicocche e
olive e talvolta uva e ho anche giù qualche cassetta di api. comunque
non è che devo spiegazioni, mi alzo la mattina felice di un altro
giorno da uomo libero e questo è quello che conta, non ho che piccoli
compromessi con il reale come il fatto che la mia panda inquina e il
mio gatto mangia quasi sempre crocchette. che ci posso fare del resto,
i topi li prende e pure gli uccellini ma non li mangia, li sbraga sullo
zerbino dopo averci giocato delle ore, e l’impianto a metano costa
mille e passa euro al netto degli incentivi e non me lo posso
permettere.

Non compro vestiti, le mie magliette hanno quasi la
mia età e visto che l’era è quella del consumo è facilissimo riciclare
quello che gli altri buttano: mio fratello ora è grandicello e scarta
jeans che sono nuovi solo perchè si è stancato di metterli: alla sua
età è normale, ma non è normale alla mia, di età, non approfittare di
queste occasioni. Cosa mi piace? cosa non mi piace? suono o non suono?
scrivo, faccio video, non li faccio, mangio troppe pizze e ho smesso di
fumare, ma cosa cambia? posso io dire con certezza qual è il mio film
colore disco posto preferito? vorrei farmi un giro, portogallo, forse
sardegna, prendo le lonely planet in biblioteca e girovago con gugol
earth, ma non mi decido a partire: in fondo vedere altri posti da
satellite è abbastanza soddisfacente e poi ogni posto è più o meno
uguale a questo: c’è la terra, e c’è la gente. volevo andare a vedere
Terra Madre di Ermanno Olmi a bologna alla prima di Slow Food ma sono
arrivato con un mercoledì di ritardo: cioè, era il mercoledì dopo
quindi ero in ritardo di sette giorni giusti. Piccole cose come i sogni
di questa notte, dove zombi sorridente mi consigliava di coltivare mele
africane mentre un giovane con la barba dall’aria beata non lo
riconoscevo, poi lo riconoscevo ed era il gatto da giovane.

Da
persona libera che pratica l’autoproduzione, non solo di piccoli gadget
colorati ma anche di ortaggi ed altre amenità pastorali, sento che la
connessione con il reale, quello vero, aumenta e si stratifica.
L’individualismo libertario è una pratica più antica del nome che
porta, attraversa tutte le latitudini e significa essere. to be.
semplicemente sii, siateci, essitici nell’attimo presente in maniera
presente. E’ l’unica rivoluzione possibile perchè è contagiosa, io
stesso ho capito e imparato da altri, incontri libri amicizie amori: la
libertà è una condizione interiore che nessun regime può controllare,
ed è una condizione esteriore se quello che si fa lo si è scelto.
sceglierlo, con maturità, ma anche starci dentro: se inizi una cosa da
persona libera, finiscila anche se magari è da un po’ che ti sei rotto
i coglioni.

pensieri in attesa di 10000 spille vergini dalla
germania, con cui continuare questa strada. se ve ne serve qualcuna
torno operativo da lunedì

 

spillaman@autistici.org

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